Pavlov e il riflesso condizionato.
Ivan Petrovič Pavlov è stato un fisiologo, medico ed etologo russo, premio Nobel per la medicina e la Fisiologia nel 1904.
Il suo nome è legato soprattutto alle ricerche sui riflessi condizionati, che avrebbero avuto una profonda influenza sulla psicologia e sulla psichiatria, campi di cui Pavlov cominciò a occuparsi solo dopo la scoperta del fenomeno del condizionamento. All’inizio del sec. XX, infatti, il fisiologo era impegnato nello studio di un fenomeno scoperto da un altro grande neurofisiologo russo, I. M. Sečenov, fenomeno noto come secrezione psichica grazie al quale un animale affamato (per esempio, un cane), se posto di fronte al cibo, produceva saliva. Nel corso degli esperimenti, Pavlov si accorse che la salivazione iniziava quando il cane udiva il rumore dei passi dell’inserviente che portava il cibo, ancora prima, quindi, che questo venisse presentato. Per sistematizzare tale osservazione egli provò ad associare al cibo (detto stimolo incondizionato, o assoluto o naturale) un altro stimolo, per esempio una luce o il suono di un campanello (detto stimolo condizionato o condizionale), di per sé inadeguato a produrre la salivazione, a differenza dello stimolo incondizionato. Dopo un certo numero di associazioni, nelle quali lo stimolo condizionato veniva fatto precedere a quello incondizionato, si poteva constatare come fosse sufficiente lo stimolo condizionato per produrre la salivazione, che da risposta incondizionata diveniva così condizionata. Nasceva così il condizionamento detto classico o pavloviano. Su questa base, Pavlov si occupò anche di teoria della personalità, giungendo a definire una tipologia in quattro tipi (sanguigno, collerico, flemmatico e melanconico) che riprendeva, dandole dignità scientifica, l’antica tipologia ippocratica. Gli allievi di Pavlov, come Teplov, Krasnogarski, Ivanov-Smolenski, estesero le sue ricerche all’uomo, e la dottrina pavloviana, detta anche reflessologia, esercitò una profondissima influenza su tutta la psicologia e psichiatria sovietiche, con applicazioni anche nel campo dell’educazione. Fra le sue opere più importanti si ricordano: Dati sulla fisiologia del sonno (1915), Vent’anni di esperienza sullo studio obiettivo dell’attività nervosa superiore degli animali (1922), Lezioni sul lavoro dei grandi emisferi cerebrali (1927). Fra i numerosi articoli per riviste ha particolare rilievo quello sui riflessi condizionati (1935) compilato per la Grande enciclopedia medica sovietica.
Da qui, un estrapolato di Lowen che richiama tale esperimento. Siamo portati spontaneamente alla ricerca del piacere e ci contraiamo davanti ad una situazione dolorosa. Ma quando una situazione contiene sia una promessa di piacere che la minaccia di una sofferenza, proviamo ansia (pensiamo all’amore). Pavlov, studiando i riflessi condizionati dei cani, dimostrò chiaramente che si può produrre ansia combinando, in una stessa circostanza, uno stimolo doloroso ed uno piacevole. L’esperimento di Pavlov era molto semplice. Prima condizionava un cane a reagire al suono di un campanello offrendogli del cibo subito dopo lo squillo. Nel giro di pochissimo tempo bastava il suono del campanello a provocare eccitazione e salivazione nel cane, che anticipava il piacere del cibo. Quando questo riflesso si era consolidato, Pavlov cambiava lo stato dando al cane uno shock elettrico ogni volta che suonava il campanello. Nella mente del cane, il suono del campanello veniva associato sia con la promessa di cibo che con la minaccia del dolore. Il cane era nei pasticci: voleva muoversi verso il cibo ma aveva paura di farlo e cadeva dunque in un grave stato di ansia. Questo disagio generato da segnali contraddittori è la causa dell’ansia e la base di tutte le turbe nevrotiche e psicotiche della personalità. Questa antinomia la troviamo già dall’infanzia quando i nostri genitori diventano sia fonte di piacere che causa di dolore attraverso punizioni, minacce e così via.
Ogni inviduo, quindi, sviluppa in sé delle difese contro questa aspirazione al piacere che, nel passato, è stato il motivo di una grave ansia.
La buona notizia è che la difesa non blocca totalmente tutti gli impulsi verso questa ricerca. L’obiettivo, di conseguenza, è: sfondare questi muri difensivi e vedere cosa c’è dietro.
Buona ricerca.
Fonti:
Google e Alexander Lowen – Bioenergetica.