La Moira.
Miranda “Moira” Orfei è nata a in provincia di Udine, da una famiglia di remote origini sinti (altrimenti chiamati zingari), dedita all’arte circense da diverse generazioni: il padre era conosciuto come Clown Bigolo mentre i due fratelli Paolo e Mauro erano uno giocoliere e acrobata di gran successo e l’altro abile acrobata alle biciclette.
Miranda si è esibita come cavallerizza già all’età di 6 anni ed è diventata insieme alle giovani cugine Liana e Graziella Orfei una delle principali attrazioni. Con il tempo, però, è stata la stessa Moira a diventare il simbolo stesso del circo in Italia, portando il suo circo ad essere conosciuto ed apprezzato anche nel mondo. Il Circo di Moira Orfei (primo circo italiano a conquistare, nel 1987, un Clown d’Oro al Festival Internazionale del Circo di MonteCarlo, con un numero di 12 tigri. Del 1989, invece, un altro importante riconoscimento, 2 Clown d’Argento per il numero di animali esotici e per l’alta scuola presentati dai figli) vero e proprio è stato fondato nel 1960 e Moira ne ha calcato le scene come cavallerizza, trapezista, acrobata, domatrice di elefanti e addestratrice di colombe. La sua immagine kitsch, specchio della sua personalità eccentrica ed esuberante, le fu consigliata dal regista Dino De Laurentiis che le suggerì anche di cambiare nome. Inizialmente infatti doveva essere semplicemente Mora per via della sua carnagione e soprattutto degli occhi scuri e della chioma corvina, ma venne aggiunta una i per farlo diventare più esotico.
Da allora il volto di Moira è diventato come un’effigie dalle caratteristiche immutate: trucco pesante con occhi cerchiati dall’eyeliner, rossetto brillante, un neo accentuato sopra il labbro, capelli raccolti a mo’ di turbante. Tappezzando di cartelloni con la sua foto le città nelle quali si ferma il suo circo, è diventata uno dei volti più riconosciuti in Italia. Accanto ai trionfi sulla pedana del circo ha coltivato negli anni anche una seconda passione, nata quasi per caso, come attrice cinematografica, arrivando a interpretare una quarantina di film, tra peplum (film in costume specialmente quelli biblici o ambientati nella Grecia antica o durante il periodo della civiltà romana), commedie e film di autori più impegnati, come Pietro Germi in Signore e Signori. Ricordiamo anche Casanova ’70 con Marcello Mastroianni, i film con Totò tra cui Totò e Cleopatra, Straziami, ma di baci saziami con Nino Manfredi e Profumo di Donna con Vittorio Gassman.
L’ultima esibizione fu proprio a Napoli, dopo una lunga convalescenza, in occasione dello show natalizio al Magic World di Licola, nel dicembre 2007. In seguito ha continuato ad occuparsi personalmente del suo circo, pur non esibendosi più come attrazione, ma limitandosi a sfilare salutando il pubblico durante gli spettacoli. Innamoratissima di suo marito Walter Nones, impresario circense ed ex domatore, che oltre ad aver portato al successo il Circo Moira Orfei, ha prodotto per l’Italia numerosi spettacoli itineranti come Holiday on Ice, Il circo di Mosca sul ghiaccio, Il circo di Mosca, Il circo cinese e l‘Armata Rossa. Da lui ha avuto due figli, Stefano (battezzato nella gabbia dei leoni) e Lara che l’hanno resa quattro volte nonna.
Moira Orfei è il 15 novembre 2015 all’età di 83 anni, è stata rinvenuta morta dai propri familiari all’interno della sua casa mobile a Brescia dove si trovava con il suo circo.
Personalmente l’ho incontrata in un locale gay secoli fa a Napoli: fantastica, aperta, goduriosa.
Ci lascia un’immagine indelebile, una delle artiste italiane (un’altra è sicuramente Raffaella Carrà) che ha saputo creare un monumento, un’icona, un qualcosa che è aldilà di tutto e tutti. Ricordiamo l’immagine che sicuramente la consacro’, quella scattata dal grande fotografo Mario De Biasi nel ’53 a Milano (lato b mozzafiato sotto gli occhi ammirati dei passanti). Foto che venne ospitata al Guggenheim di New York per una retrospettiva dedicata all’Italia, The Italian Metamorphosis. Memorabile è stato anche il suo caravan che da largo solo due metri e mezzo quando viaggiava, diventava (sul posto) largo 8 metri e lungo 24. Certo, negli anni il suo circo sembrava impolverito, non aggiornato, criticato per l’utilizzo degli animali. A questo rispondeva: «Chi critica la presenza di animali al circo vuole farsi solo pubblicità, perché chi ama gli animali li tiene con sé. Io adoro gli elefanti, hanno l’intelligenza di un bambino di quattro anni. Pensate che uno costa 160 mila euro, perché dovrei trattarlo male?».
Da un’intervista all’Ansa per gli ottant’anni, all’epoca ne dichiarava 65:
.) Cosa significa essere una donna di circo?
“Essere forti, e combattenti, io che sono la Regina del Circo ho sempre cercato di dare il massimo in tutto cio’ che ho fatto”.
.) E per quante ore al giorno e per quanti anni e’ necessario allenarsi per giungere a risultati del genere?
“Ci si allena tutti i giorni per molte ore al giorno e per tutta la vita 365 giorni all’anno”.
Grande Moira! Chapeau.