Metodo Feldenkrais
Il cosiddetto Metodo Feldenkrais fu ideato da Moshe Feldenkrais, nato in Russia nel 1904 ed emigrato in Palestina nel 1919. Fu dottore in ingegneria meccanica e fisica alla Sorbona di Parigi e fra i pionieri di judo in Francia e in Gran Bretagna approdando, poi, allo studio del movimento a causa di un serio incidente al ginocchio sinistro durante una partita di calcio.
Da questa sua personale esperienza nasce un metodo di auto-educazione attraverso il movimento che prende il nome, appunto, di Metodo Feldenkrais.
Muoversi per conoscersi è l’assunto principale, lavorare con un approccio graduale, rispettoso e di ricerca che non punta a cambiare la persona ma a fornirle strumenti maggiori di autocoscienza.
Il metodo Feldenkrais si propone di mettere la persona in grado di guidare il proprio apprendimento esplorando gesti e movimenti semplici ed essenziali scomponendoli in profondità e concentrandosi sull’azione più che sul suo scopo. Come si raccoglie dal pavimento un oggetto? Si rimane seduti? Ci si china? Quali parti del corpo partono per prime? Attiviamo così risposte sensoriali e stimoli neurologici. Tecnicamente, è come se ci trovassimo di fronte sia ad un tipo di ginnastica dolce che di ginnastica posturale, in quanto potenziando la funzionalità del cervello e del sistema nervoso, agisce positivamente sia sulla postura che sulla coordinazione e fluidità di movimento. Per comunicare la flessibilità alla mente, il gesto è la maniera più rapida, nonché la più chiara: il sistema nervoso apprezza la semplicità. Feldenkrais diceva: “Non mi interessa rendere flessibili i vostri corpi ma le vostre menti”.
Nello specifico, troviamo due applicazioni da Feldenkrais denominate: Consapevolezza attraverso il movimento (CAM) e Integrazione Funzionale (IF). La prima consiste in momenti esperienziali di gruppo in cui si è guidati dalla voce dell’insegnante che porta a sperimentare sequenze che replicano l’atteggiamento esplorativo proprio dell’apprendimento motorio naturale dei bambini. L’obiettivo è quello di indurre la dismissione spontanea degli schemi stereotipati cui si tende, per inerzia, nella vita di tutti i giorni. Schemi (tecnicamente riflessi antalgici che si scatenano per evitare la percezione di un dolore già sperimentato, pur senza risolverlo. Ce ne sono di due tipi:quelli a priori, che si instaurano prima che il dolore si manifesti e quelli a posteriori che possono avvenire dopo un trauma), molte volte, inadeguati ma a cui si ricorre per ragioni di natura difensiva; la paura di sentir dolore è alla base delle nostre limitazioni e dei nostri movimenti scorretti, in particolar modo alla schiena. Il fine, quindi, è quello di trovare nuovi e alternativi modelli d’azione più giusti per le esigenze presenti.
Nell’Integrazione Funzionale l’approccio segue gli stessi principi ma il rapporto tra l’insegnante e l’allievo è individuale, la lezione, pertanto, è singola. Qui, l’insegnante può non solo utilizzare la voce ma anche effettuare un piccolo e delicato tocco per “convincere” le parti contratte del corpo ad assumere posture inedite.
Di base, quindi, per giungere a quello che Feldenkrais definiva il terzo stato dell’esistenza, ovvero quello della consapevolezza oltre la veglia e il sonno, occorre scardinarci. Andare al di là degli schemi che ci siamo costruiti per necessità sin dalla nostra prima infanzia in cui, per non vederci negati i bisogni fondamentali, abbiamo imparato a rispondere adeguatamente, come ci veniva (e ci viene) richiesto. Di conseguenza, il contrario di uno sviluppo libero ma che può essere sempre messo in discussione riprendendo un percorso più autentico ed armonico.
Il metodo Feldenkrais, sviluppatosi intorno agli anni cinquanta, giunge in Italia solo a partire dagli anni ottanta ad opera di pochi insegnanti formatisi all’estero che fondano nel 1987 l’AIIMF, Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais, un’organizzazione senza scopo di lucro. Attualmente sono sette le scuole di formazione quadriennale in Italia, con ordinamento didattico uniforme e accreditate dall’organismo internazionale di riferimento (European Training and Accreditation Board).
Dello stesso Moshe Feldenkrais troviamo: La saggezza del corpo e Conoscersi attraverso il movimento.